Título: L'identità italiana nei "Malavoglia"
Palestrante:
Rosario Gennaro
Resumo:
«Va a finire brutta, va a finire, con questi italiani!». Questo esclama Turi Zuppiddu nei Malavoglia di Giovanni Verga. La frase spicca in una delle tipiche scene corali del romanzo ed esprime un comune sentire nel villaggio in cui il racconto è ambientato. Come è ritratta l’Italia nei Malavoglia? Come si rappresentano i valori, le guerre, le aspettative del Risorgimento? Con quale visione della storia e della politica? In che modo le soluzioni e le tecniche narrative incidono sull’immagine della patria? Come si pone la lingua del romanzo rispetto agli orientamenti di unificazione linguistica? La relazione affronta questi interrogativi e intende mostrare: a) la prevalente indifferenza o ostilità verso l’Italia da parte degli abitanti di Trezza; b) il modularsi di questo sentimento secondo i personaggi, il livello, la funzione sociale (dai pescatori, ai sensali, al clero); c) la coralità che esso assume in vari passaggi; d) l’accentuazione che subisce in alcuni elementi della trama (ad esempio il dolore di Maruzza la Longa per la perdita del figlio in battaglia, l’assenza dello stato di fronte a tale sofferenza); e) la verosimiglianza che le tecniche veriste (narratore popolare, racconto corale, discorso indiretto libero) conferiscono al racconto; f) il carattere “obbiettivo” e perciò la rilevanza che da tale attendibilità scaturisce; g) lo scarto fra la lingua “ibrida” del romanzo (per certi aspetti tendente al popolare siciliano, ma per altri ancora toscaneggiante) e il modello di lingua all’epoca dominante. “Una d’arme, di lingua, d’altare, / di memorie, di sangue e di cor” scriveva Manzoni a proposito dell’Italia. Verga nega l’avverarsi di tale auspicio nel ritratto di un popolo straniero in patria, che italiano non è per lingua, né per fede, né per guerre e memorie condivise.
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